Limpida Mente

RELAZIONI - Opinioni

MODE E NUOVI TIPI DI RAPPORTI
La moda del piercing e dei tatuaggi, la libertà sessuale, nuovi concetti di famiglia... le abitudini e i rapporti interpersonali subiscono grandi cambiamenti nel tempo: cosa ne pensi? Puoi anche raccontare, se vuoi, le tue esperienze dirette ed indirette.

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IL MARCHIO DELLA BESTIA ¬
Il punto è questo: avere la libertà di poter scegliere se farsi un tatuaggio oppure no. Per il momento questa libertà è reale, alcuni sono d'accordo altri no, ma in futuro ci sarà ancora questa libertà o saremo costretti tutti, e dico tutti, ad avere un marchio? Per ben sette volte nella Bibbia si parla del marchio della bestia. Il Libro dell'Apocalisse di San Giovanni Apostolo dice che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi riceveranno un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potrà comprare o vendere senza avere questo marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome, 666. Con la comparsa del Codice a Barre qualcuno aveva intravisto, in esso, il marchio della bestia, ma esso è risultato poco pratico e inaffidabile per un controllo efficace e capillare a livello mondiale. E' anche vero che dal 2005 in Italia è obbligatorio inserire sotto la pelle dei nostri animali un microchip per il loro riconoscimento. Potrebbe essere una prova per vederne il funzionamento e anche per prepararci psicologicamente, come quando andiamo dal dentista e ci inserisce una capsula: in un prossimo futiro ci inseriranno un microchip? E così saremo identificati e marchiati! Sarà "diverso" chi non porterà questo marchio, e le prospettive di vita non saranno rosee. Concludo sostenendo che voglio rimanere libera di farmi un tatuaggio o meno e se non lo voglio più di toglierlo; l'imposizione (vedi anche nel passato) ha portato solo discordia e massacri. (Antonella Andreotti)

TRA COSTUME E USANZA ¬
La cultura del tatuaggio sboccia e si incrementa nelle popolazioni primitive. Moderna è la moda e non la cultura del tatuaggio. Per secoli i tatuati venivano accreditati come rappresentanti della disubbidienza, quindi guardati con ostilità dalla grande famiglia. Oggi questa tendenza è gradita da una grande quantità di persone, comuni e famose. In questo modo la tendenza del momento si combina con quella sorta di neo formazione intellettuale che vede nel tratto una distinzione, oserei dire simulacro. Certo è che la ritualità contrasta con quello che infine è solo moda del momento. E giacché la moda si modifica senza sosta, proliferanno a breve i professionisti del rimuovere. (Carlalberto Iacobucci)

FERITE PROFONDE ¬
Spesso noi donne ci lasciamo trasportare dal romanticismo e ci facciamo coinvolgere in storie che ci feriscono così tanto nel profondo da lasciare il segno. E anche se l'idea di scappare lontano diventa l'unico sogno, la realtà è ben diversa e si resta schiacciate dal "maschilismo" che dilaga nelle nostre famiglie, tra le nostre famiglie e ci distrugge come persone, ci lacera il cuore irrimediabilmente. (Colors)

QUESTIONE DI DEMOCRAZIA ¬
Premesso che le mode, gli usi, i costumi, le preferenze sessuali di ciascuno di noi erano, sono e saranno l'espressione del nostro essere, credo che i cambiamenti che si sono avuti negli ultimi decenni siano dovuti ad una (finalmente) cognizione da parte della società (non tutta, purtroppo) di quella che è la vera democrazia e dei singoli. Il fatto che una persona scelga di avere sul proprio corpo un disegno indelebile, di portare un piercing o di decidere di fare sesso con chi le pare (uomo o donna che sia) è il segnale che ognuno è libero di vivere la propria vita come meglio crede. La costituzione Italiana sancisce la libertà delle persone; una libertà chè non è sostanziale, ma formale, ma è sempre una nostra libertà. E i cambiamenti sono dovuti anche ad una emancipazione della società stessa data soprattutto da un aumento della cultura nel nostro paese. Una cultura non solo enciclopedica, ma anche di confronto con altri popoli e altri modi di vivere grazie allo sviluppo del turismo fuori porta. Certo, siamo ancora molto lontani dall'esprimerci liberamente come accade già da anni in altri paesi (vedi i pacs), ma di passi ne son stati fatti. Spero che nei prossimi decenni si possano vedere un consulente bancario in jeans e maglietta aderente, un uomo che passeggia con il suo partner mano nella mano senza sentirsi dire: "a frociooooo!" nella migliore delle ipotesi, un responsabile del personale che non ti giudica per il vestito che porti. A quel punto potremmo affermare di far parte di un paese civile e democratico. In quanto alle donne che si lamentano della CULTURA MASCHILISTA, credo che la colpa sia da imputare proprio alle donne. C'è davvero la parità tra i due sessi (semmai siano 2 i sessi)? Penso proprio di no. E non credo che sia una questione di chi deve decidere. Sono convinto che fin quando si tratta di fare lavori pesanti, nelle aziende si sente dire: sono donna non ce la faccio, chiamate un uomo. Parità significa dire di essere uguali in tutto e per tutto, altrimenti esisterebbero uomini operai e donne manager, impiegate e cosi via. Non vi lamentate del superfluo, perché state beneficiando di vantaggi che forse non meritate, visto che il rapporto (specie quello professionale) è impari. Guardate gli annunci di lavoro: Cercasi impiegata, cercasi operaio... (Max)

RICONOSCERSI NEGLI ALTRI ¬
E se cominciassimo a considerare le persone nel loro essere e non le catalogassimo più in base al loro sesso come se fossero solo entità biologiche da studiare? La persona umana è un essere ricchissimo non solo anatomicamente ma anche per tutte quelle qualità interiori che la caratterizzano: sensibilità, emotività, creatività, empatia, fantasia, immaginazione, intelletto ma soprattutto la capacità di ascoltare e comunicare. Io credo che se ascoltassimo con attenzione gli altri nel silenzio delle nostre emozioni e dei nostri ricordi, riusciremmo a riconoscere molte delle nostre stesse emozioni e speranze,dei nostri stessi sentimenti. E così l’altro, uomo o donna che sia, smetterebbe di essere altro da noi, smetterebbe di sembrarci così lontano e così diverso da noi. (Adele)

CULTURA MASCHILISTA ¬
Incontro delle difficoltà quando devo scambiare delle opinioni con i miei simili. All'interno della mia famiglia (quella d'origine e poi quella da me formata con l'indispensabile apporto del mio consorte) è stato sempre difficile parlare chiaramente delle mie idee, forse perché mia madre dava la precedenza di movimento e di opinioni ai miei fratelli, e meno a me in quanto femmina. Sono nata in Sicilia e vivo da molti anni in Romagna, e nonostante i miei figli siano cresciuti lontani dalla cultura che vuole al primo posto il maschio e le sue esigenze, trattano la loro mamma quasi come una deficiente, mentre mio marito sembra essere più moderno. Frequento un gruppo di pittori del posto e anche lì le decisioni spettano a loro quando si tratta di organizzare qualcosa, e quando si trovano di fronte ad una donna che dimostra di essere valida quanto loro, incominciano a fare gli indifferenti culturalmente parlando, e gli attenti per quanto riguarda atteggiamenti un po' licenziosi... Poi alcuni, se ti comporti in maniera spontanea, fraintendono... Se ti danno un passaggio si mettono strane idee in testa, e così via. (Francesca Borgia)

IGNORANTE IDEA ¬
Anch'io vivo un momento di grave disagio a causa dell'ignorante idea che l'uomo può tutto solo perché uomo e oggi mi accorgo di quanto sia difficile ribellarsi ma soprattutto quanto sia doloroso. Per me è diventato tutto un incubo da quando mi sono trasferita in un piccolo paese di provincia. Vorrei cambiare la mia vita ma sono rimasta intrappolata dai soprusi e dalla violenza psicologica, morale e fisica. Lancio un appello a tutte le donne: non fidatevi mai ciecamente di un uomo per quanto possiate conoscerlo, restate sempre in contatto con i vostri familiari e amici, non vi fate trasportare dall'amore in storie apparentemente romantiche, potreste trovarvi nello sconforto più totale. (Colors)

GENERAZIONI DIVERSE ¬
Nel momento in cui esprimi una opinione di ''critica'' contro un atteggiamento comune a molti di una generazione diversa della tua... fai vedere il tuo disagio interiore nell'accettare una cosa che avresti potuto fare (se sei più vecchio) o che farai (se sei più giovane). Lo spirito giusto è di accettare acriticamente, però con attenzione. Ognuno ha sempre qualcosa da dire, anche se spesso non riusciamo a comprenderlo bene. (Gae)

IL RUMORE DENTRO ¬
Evasione, turbamento, ribellione... chi può dirlo? E' difficile sentirsi, essere e fare gli adulti, quando la realtà ti sputa contro che la generazione precedente era migliore della tua. Allora ci si copre di maschere, ci si buca la pelle, ci si affumicano i pensieri, sotto lampioni che di luce ne hanno poca e rimandano appena il riflesso di una birra sorseggiata in silenzio. Perché intorno è afonia, disinteresse globale... Il vero rumore è dentro, stilettato da una chitarra che fende il cuore e ammutolisce la mente. (Maria Pia Monda)

MASCHERE SOCIALI ¬
Sono cambiate le maschere della società perché il significato è più caotico. Il contenuto è uguale: affermare di esserci. Una volta mettevano le parrucche bianche e la cipria per apparire... giusti, direi. Oggi ci si ispira ai modi tribali del metallo nel corpo per dire che si ha coraggio. Manca quel rito di passaggio importantissimo che c'era (c'è ancora in certi Paesi) dell'Iniziazione, del passaggio da uno stato all'altro nella vita di un uomo attraverso una prova. La prova prevede la comprensione di qualcosa nella solitudine della propria coscienza per poi esplicitarla attraverso un atto. Così gli indigeni dell'isola di Pasqua si tuffavano da una montagna nel mare. Oggi si gettano dai ponti, dai grattacieli legati ad una corda, ma mi chiedo dentro cosa saltano: nel gioco, in sé stessi o nel vuoto? Se uno spillone nella guancia vuol dire "Ci sono, mi vedete?" chi dall'altra parte risponde: "Ti vedo, ti sento!"? (Franca Aletti)

L'ANELLO AL NASO ¬
Una volta si diceva che una persona aveva "l'anello al naso" per indicare che era un individuo retrogrado e selvaggio. A quanto pare al giorno d'oggi chi si infila orecchini e anelli da tutte le parti non si pone nessun problema di come viene considerato dagli altri. Resta però immutato il significato della frase: chi ha l'anello al naso (e altrove) continua ad essere un incivile, un retrogrado, un selvaggio. È triste constatarlo, ma una buona parte della gioventù di oggi va definita così. (Settimio R.)

UN CIECO PERBENISMO ¬
È assurdo che persone di un certo, autoproclamato, calibro intellettuale si impegnino così alacremente nel criticare, sbeffeggiare, disprezzare fino al voler stigmatizzare ciò che non fa parte del proprio bagaglio culturale (ricordandosi sempre che è meglio scrivere di ciò che si conosce, piuttosto che rigurgitare luoghi comuni su temi a noi sconosciuti). Questo non è sinonimo di intelligenza, soprattutto se intesa quale apertura mentale, ma di cieco ed inutile perbenismo volto ad annichilire qualsiasi corrente di pensiero o stile di vita che disti minimamente da quello stabilito dalla morale comune. (Orestes)

VANITÀ ESACERBATA ¬
È una mania quella di voler distinguersi a tutti i costi. Una vanità esacerbata, un bisogno di distinguersi a tutti i costi. Una maniera di sentirsi interessanti quando non si ha niente da dire. (Marc Marechal)

PIERCING E TATUAGGI ¬
E io dovrei bucarmi, farmi male, rischiare epatite e aids... per cosa? Per fare la "fighetta"? Lo chiamate distinguersi dagli altri? Ma se gli altri sono tutti bucati! Creatività? Distinguersi ed essere creativi sono altre cose, sono solo i 13enni che vedono queste due caratteristiche nei tatuaggi e nei buchi. Mi distinguo con qualità interiori, come l'intelligenza o la dolcezza, e mostro la creatività magari con un bel disegno o un regalo creato con le mie mani. Chi deve mostrare un anellino al naso o una rosa disegnata sulla chiappa vuol dire che non ha altro di buono da mostrare, credo siano persone vuote. Sinceramente non mi vedo a 70 anni con un serpente sul braccio, i giovani delle prossime generazioni mi prenderebbero in giro, presi dalle loro nuove mode... Come dite? I tatuaggi si possono togliere? Certo, ma non sarebbe molto bella una mega cicatrice... mi bastano quelle che mi sono fatta giocando da piccola, che rabbia se penso che c'è chi se le va a cercare! Poi è solo una moda... sta a vedere che se fra tre anni andrà di moda il giogo del bue si metteranno anche quello... sono disposti a soffrire pur di farsi giudicare "fighetti"... (Astrid)

LIBERAZIONE ¬
Un commento in favore dei tatuaggi: pur ammettendo che per molti sono una moda priva di significato reale o intimo, non per tutti è così. Io ho un giglio sulla schiena che rappresenta il mio nome, che ho fatto quando ho vissuto, a 23 anni, il mio primo periodo di "liberazione" e sono uscita di casa per conoscere il mondo. Ho voluto imprimere sulla mia pelle chi sono, io che non l'avevo mai compreso ed iniziavo allora (solo pochi anni fa, ma mi sembra una vita!) questo meraviglioso percorso di conoscenza. Ogni volta che lo guardo (molto poco, visto che occorre uno specchio) mi ricordo quel periodo magico della mia vita, in cui crisalide ho inziato a volare. Penso che a 70 anni proverò una nostalgica felicità nel rivederlo... è come una foto che non vuoi mai perdere, un profumo che vuoi essere certa di non lasciare mai svanire. Anche il dolore, che può sembrare assurdo, per me è valso come una sorta di iniziazione, di solletico violento alla mia anima assopita. Dunque, il tatuaggio può avere moltissimi significati curiosi e profondi, perché non ascoltarli? (Susanna)

LIBERA CREATIVITÀ ¬
Un anello, un perizoma, una super mini-gonna trasparente... un'infinita' di tatuaggi... qualsiasi carattere moderno del costume non deve essere giudicato. Nessuno ha il diritto di giudicare l'altro... ma soprattutto penso che la societa' moderna abbia un grandissimo vantaggio, guadagnato 2 o 3 decenni fa dai nostri genitori, da una generazione con le palle: poter esprimere la propria creativita' liberamente! Il proprio modo di essere espresso attraverso il costume ha un valore importante e profondo, bisogna imparare ad andare oltre il semplice piercing... bisogna imparare a non giudicare ma ad osservare, studiare, ascoltare, leggere l'animo... imparare cio' che ci circonda per imparare sé stessi... (Kouskilla)

SIAMO LIBERI? ¬
Come posso dire che siamo liberi? Ma liberi di fare che cosa? Viviamo in una societá che ti blocca per ogni cavolata che fai... oppure sono solo io che penso di sentirmi bloccato dalle regole sociali? Così mi sono detto: fregatene un po' degli altri e mi hanno dato del menefreghista. Cosí mi sono detto: trovati una donna, vivi felice e contento e sfogati. Diciamo che la donna che interessa a me non l'ho ancora trovata. Sará la mia timidezza che mi blocca ogni tanto ma spesso vorrei urlare al mondo: donne, amatemi che anch'io vi amerò. (Hanspeter)

AMARE ED ESSERE AMATI ¬
Qualcuno in tempi remoti disse “ama e fa ciò che vuoi”: questa è per me la strada prediletta per la libertà. Quando hai cura di te, dei tuoi bisogni, non puoi non capire che siamo così simili, tutti, da comprendere, abbracciare, ascoltare e mai giudicare, perché questo vorresti fosse fatto per te, a te. Quando, chiosando il tuo intervento, sembri chiedere dell’amore per darne… ecco lì ho corso il rischio di giudicare piccolo il tuo modo di amare. In realtà tutti vorremmo amare ed essere riamati, ma è così bello quando uno ama e non subito percepisce i frutti che questo amore porta. Pensa a quando ami il sole che comincia a scaldarci le ossa e gli rivolgi un sacro benvenuto e una silente preghiera di non nascondersi più fino al prossimo inverno. Non smetti di amarlo il giorno dopo che si è dovuto intrattenere a fare altro. Sai che è lì anche per te. Non solo per te: questa è la fregatura. Volere un amore esclusivo, totale da qualcuno o da qualcosa, quando noi sempre abbiamo bisogno di amare tutto e mai qualcosa o qualcuno esclusivamente. L’amore basta a se stesso, l’amore basta all’amore. (Aliena)

SESSO LIBERO ¬
Opinione di Davide
Al giorno d'oggi guardiamo troppo la tv, e per questo ci facciamo travolgere da tutte le notizie di questo mondo, viviamo le psicosi di tutti. Il sesso è sempre stato libero, (naturalmente nel limite della decenza, parlo in luoghi pubblici naturalmente, perché con il proprio partner o la partner bisogna lasciarsi travolgere dall'istinto e dalla passione), siamo noi che in realtà abbiamo paura a parlarne e a viverlo. Purtroppo la colpa è del cristianesimo, per dirla breve della Chiesa, che nega ogni tipo di sessualità, se non per procreare, e noi purtroppo viviamo in una società cristiana, i nostri genitori vivono in una società cristiana fatta di falsi moralismi e ipocrisie. Quindi non aspettiamoci granché dagli altri e viviamo la nostra vita sessuale come vogliamo, perché penso che solo così possiamo essere liberi sessualmente. (Davide)

DIFFERENZA TRA RELIGIONE E FEDE ¬
Vorrei distinguere tra religione e Fede. La religione,qualunque essa sia, è un insieme di riti che servono all’essere umano per condividere con altri momenti di spiritualità. Ma la Fede, come l’Amore, il vero Amore, è tutt’altro. E vero Amore, Pace e Libertà testimonia il cristianesimo che è una Fede, non una religione. Infatti si può essere cristiani di rito cattolico o ortodosso o copto, cristiani protestanti evangelici o luterani o valdesi o mormoni o quaccheri… Così come si può essere musulmani sciti o sunniti o sufi… Così come si può essere buddisti, taoisti, scintoisti… Insomma tanti culti per esprimere Fede cioè fiducia in Qualcuno o Qualcosa che trascende e tuttavia è immanente il nostro vivere. Moralismo e ipocrisia esistono ma sono sovrastrutture dell’essere umano quando sceglie di vivere come un “sepolcro imbiancato” tanto è vero che la donna accusata di adulterio dai moralisti e ipocriti dell’epoca che la condannano a morte per lapidazione è salvata da Cristo (Vangelo secondo Giovanni 8,2-11). (Adele)

MODE VUOTE ¬
Penso che le "mode" siano tutte uguali: prive di individualità e perciò vuote e prive di sentimenti. Il bucarsi per l'anello o per altro sottintende forse problematiche esistenziali che qui non è il caso di approfondire ma restano prova di disagio. A chi può piacere una bucata? Ad un bucato, ovviamente... contento lui... (Massimo)

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