RELAZIONI
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Le interviste di LimpidaMente Rosa
Provenzano è nata nel 1966 a Milena, in provincia di Caltanissetta,
dove vive e svolge l’attività di docente di Scuola Primaria. Laureata
in Accademia delle Belle Arti, ha da sempre coltivato la passione per
la musica, l’arte in genere e soprattutto per la lettura come piacere
per l’arricchimento della propria persona e della propria conoscenza.
Negli ultimi anni ha scoperto una nuova passione: scrivere. "Oltre
le crepe del cuore" è il suo primo romanzo, del quale ci
parla in questa intervista.
Risposta: «Fabio e Gabriel, i protagonisti del romanzo, sono due persone apparentemente distanti e inconciliabili. Gabriel è un giovane solare, energico e ottimista che ama vivere e che riesce a vedere il lato positivo in ogni situazione. La sua non è stata una vita facile, ma proprio le avversità gli hanno insegnato a cercare sempre il meglio in sé stesso, negli altri e nelle situazioni che vive. Fabio, invece, è un uomo solo e infelice che si nasconde, come un ladro, dietro un’immagine che non è la sua, per il timore del giudizio della sua famiglia che, in nome della rispettabilità, lo ha confinato nella solitudine e imprigionato in scelte non sue. Un uomo che ha sepolto il suo vero sé sotto un mucchio di macerie in fondo all’anima». Cosa l'ha stimolata a scrivere una storia sulle relazioni omosessuali? «Chi scrive, così come chi legge, sa bene che dietro a una storia ce n’è sempre un’altra composta dalle idee, dai sentimenti, dai pensieri e dalle emozioni dello scrittore. Anche dietro “Oltre le crepe del cuore” c’è una storia, o meglio delle domande alle quali ho cercato di dare una risposta attraverso la voce e i pensieri dei personaggi. “Chi siamo noi per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? O per dire chi e come si deve amare?” Prima di giudicare dovremmo conoscere e capire l’universo che c’è dietro le relazioni tra persone dello stesso sesso; un universo in cui si intrecciano dolore e sofferenze; un universo di sentimenti reali, solidi e passionali, ma anche dolorosi e travagliati; un universo in cui la paura prende il sopravvento divorando l’amore e la libertà. Ed è quello che ho fatto io con il mio romanzo, ho voluto esplorare questo universo». Nel romanzo emergono le difficoltà relazionali di Fabio con la sua famiglia, che non è al corrente della sua omosessualità. Nella vita reale, secondo lei, si riscontrano di frequente dei casi simili? «La famiglia può essere fonte di supporto, ma anche fonte di sofferenza, incomprensione e dolore, come nel caso del protagonista del romanzo. Fabio, infatti, non ha mai avuto il coraggio di confessare la sua omosessualità a causa della difficoltà comunicative e relazionale con i genitori e la sorella. Penso che situazioni del genere possano verificarsi anche nella vita reale, soprattutto quando la famiglia non è percepita come quel “luogo” di appartenenza in cui sentirsi protetti, sicuri e compresi». Cosa consiglierebbe ad un ragazzo che si dovesse trovare nelle stesse condizioni emotive di Fabio? «Spesso sono i pregiudizi e le discriminazioni a rendere più difficile la consapevolezza e l’accettazione del proprio orientamento sessuale. Quello che mi sento di consigliare è che non si devono soffocare le emozioni e i desideri a causa della paura e dei giudizi degli altri. Bisogna accettarsi, amarsi e rispettarsi. Sono convinta, infatti, che le persone ci giudicano e ci trattano nel modo in cui noi giudichiamo e trattiamo noi stessi. Se si vuole rispetto, prima di tutto è necessario esigerlo da sé stessi». E cosa direbbe invece alla sua famiglia? «Anche alla famiglia direi di liberarsi dalla paura della vergogna e dal giudizio degli altri, ma di ascoltare e rispettare le emozioni del proprio figlio. L’appoggio e la protezione della famiglia, infatti è fondamentale per una serena e integrata accettazione dell’orientamento sessuale e per lo sviluppo dell’identità sociale». Tra i personaggi di rilievo del romanzo vi sono anche alcune donne. Chi sono e quale ruolo svolgono? «Nel mio romanzo ci sono diverse figure femminili e ognuna ha un ruolo preciso nella storia. C’è Marina, l’amica di Fabio che lo ha sempre spronato ad affrontare la vita con coraggio; c’è la madre di Fabio, una donna dal carattere forte e intransigente che influirà molto sulla vita del figlio; c’è Sophie, la fidanzata gelosa e possessiva di Gabriel e infine Madam Keller, le cui azioni saranno determinanti soprattutto per quest’ultimo». A quali tipi di lettori si rivolge? Come definirebbe il suo romanzo per proporne la lettura? «Il mio romanzo si rivolge a qualsiasi tipo di lettore, perché in fondo tutti abbiamo delle crepe nel cuore e il riconoscerle e accettarle ci permette di vivere e non di subire la vita. Penso che il motivo che dovrebbe spingere i lettori a leggere “Oltre le crepe del cuore” è il messaggio che in esso si racchiude; un messaggio di speranza e di amore, un invito a risollevarsi, a risalire verso la superficie della propria coscienza e interiorità, per liberarsi di quelle catene che soffocano l’anima in una prigionia dilaniante». Il suo stile letterario è molto scorrevole ed elegante: come ha coltivato l'interesse per la letteratura e la capacità di scrivere? «Io sono una divoratrice di libri, lo sono stata fin da ragazzina e sono convinta che, per scrivere, bisogna avere innanzitutto una grande passione per la lettura, leggere infatti aiuta ad affinare lo stile e a migliorare l’espressività attraverso la conoscenza di chi ci ha preceduto. Scrivere è sempre stato un sogno nel cassetto che ho rispolverato negli ultimi anni, da quando i miei figli per motivi di lavoro e di studio vivono lontani da casa, così ho potuto dedicare più tempo a me stessa e alle mie passioni». Usciranno altri suoi romanzi? Quali argomenti tratteranno? «Dopo l’esperienza con questo primo romanzo che mi ha tanto gratificata, di sicuro continuerò a scrivere. Come per “Oltre le crepe del cuore”, anche la nuova storia che già incomincia a delinearsi nella mia mente, avrà come protagonisti le emozioni e i sentimenti». |
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