Limpida Mente

ISTITUZIONI - Le interviste di LimpidaMente

Alcune domande a ILARIA BIFARINI

(11 maggio 2022)

Laurea in Economia alla Bocconi, master in Relazioni diplomatiche alla SIOI di Roma, corso in Scienze comportamentali alla Luiss, esperienza professionale nell'ambito della sostenibilità e della rendicontazione sociale: Ilaria Bifarini conosce bene il mondo cui rivolge le sue analisi critiche. Il suo approccio divulgativo e interdisciplinare, volto a stimolare il lettore nella ricerca della verità attraverso il pensiero libero, le è valso il riconoscimento della critica e del pubblico. Tra i saggi di maggiore successo "Neoliberismo e manipolazione di massa. Storia di una bocconiana redenta", "Inganni economici. Falsi miti di una scienza sociale" e "Il Grande Reset. Dalla pandemia alla nuova normalità", del quale ci parla in questa intervista.

ILARIA BIFARINI
 
Domanda: Dalla lettura del suo libro "Il Grande Reset" emerge uno scenario inquietante per quanto riguarda il futuro dell'umanità. In cosa consiste il Grande Reset? Chi potrebbe realizzarlo?
Risposta:
«In realtà il Grande Reset è un piano cristallino, ufficiale e ben documentato, sul quale istituzioni internazionali, filantropi, organizzazioni non governative e grandi aziende private collaborano apertamente da tempo. L’obiettivo condiviso è di implementare un cambiamento radicale sul piano economico, sociale e persino antropologico, per sostituire un modello di sviluppo considerato ormai insostenibile. A farsene principale promotore è il World Economic Forum, più conosciuto come Forum di Davos, il consesso che riunisce i principali esponenti internazionali del mondo della politica, degli affari, dello spettacolo e dei media, per definire le strategie future per guidare gli Stati e i mercati mondiali, con l’obiettivo dichiarato di "migliorare la condizione del mondo" e allo stesso tempo mantenersi imparziale e scevro da vincoli di natura politica, ideologica o nazionale. Sarà l’azione congiunta di questi soggetti ad attuare il progetto di reset, con la realizzazione prioritaria della sua colonna portante, la Quarta Rivoluzione Industriale, che introduce tecnologie di nuova generazione e la diffusione massiva dell’intelligenza artificiale».

In che modo la pandemia dovuta a Covid-19 è collegata al Grande Reset?
«A giugno 2020, in piena pandemia, nella riunione virtuale del Forum di Davos, il fondatore Klaus Schwab ha affermato: “È arrivato il momento di un grande reset del capitalismo. Tutti i Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, devono partecipare, e ogni industria, da quella del petrolio e del gas a quella tecnologica, deve essere trasformata. La pandemia ci ha mostrato quanto rapidamente possiamo effettuare cambiamenti radicali nel nostro stile di vita (...) e rappresenta una rara quanto stretta finestra di opportunita` per riflettere, ripensare e riorganizzare il nostro mondo”. Lo stesso Schwab il mese successivo ha dato alle stampe "Covid-19, The Great Reset", dove viene ribadita l’importanza della crisi pandemica per ridisegnare il sistema socio-economico globale secondo una visione condivisa dai cosiddetti "stakeholder", i portatori di interessi a livello mondiale che opererebbero per il bene dell’umanità, poiché capaci di comprendere i problemi complessi e interdipendenti del pianeta. L’impatto e la portata del cambiamento saranno straordinari e irreversibili, come viene espresso testualmente nel saggio con una frase molto eloquente: "Molti di noi si stanno chiedendo quando le cose ritorneranno alla normalità. La risposta in breve è: mai"».

Con il Grande Reset e un conseguente nuovo ordine mondiale, chi otterrebbe dei vantaggi e chi degli svantaggi? Quali?
«Secondo gli studi prodotti da accreditate società di consulenza internazionale e pubblicati sul sito del Forum di Davos, per lasciare libero il campo alla nascita dei nuovi mercati, basati prevalentemente sull’intelligenza artificiale, la farmaceutica e la Green Economy, occorre fare tabula rasa di tutti quegli elementi ostativi presenti oggi, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese, considerate incapaci di "resilienza" e di adattarsi alle nuove esigenze. A vincere è l’economia digitale a scapito di quella reale, i giganti a scapito dei piccoli, i più ricchi a scapito dei più poveri, con un ulteriore acuirsi di una disuguaglianza già insostenibile. La logica economica di base è che "piccolo non è bello" e bisogna incentivare le grandi dimensioni, secondo una nuova visione di capitalismo che prevede la partnership tra governi, istituzioni internazionali e grandi multinazionali, che diventano a tutti gli effetti attori politici oltre che economici. Abbiamo visto come durante il periodo di lockdown, smartworking forzato e restrizioni a riportare i maggiori utili sono stati, oltre al solito Amazon, la Microsoft, che in un solo giorno ha visto triplicare gli utenti della sua app di videochiamate Teams, e Tesla, altro gigante tecnologico. Hanno fatto affari d’oro anche la piattaforma di comunicazione Zoom Video e la cinese Tencent, attiva nel comparto delle chat e dei giochi online, mentre molte piccole attività a conduzione familiare non hanno resistito alle chiusure obbligate e sono fallite».

Nel suo libro si parla di transumanesimo. In cosa consiste? Perché si vuole realizzarlo?
«Il transumanesimo è una concezione di vita, una filosofia, che auspica la realizzazione di un essere umano "aumentato" nelle proprie capacità fisiche, intellettuali e creative, in grado di debellare le malattie e ambire persino alla vita eterna. Pietra miliare della dottrina transumanista è il concetto di singolarità tecnologica, che verrà raggiunta nel momento in cui le macchine uguaglieranno la nostra intelligenza e ne diverranno indipendenti: allora l’intelligenza umana potrà ibridarsi con quella delle macchine e l’essere umano non avrà più nulla da temere. Molto in voga nella Silicon Valley e tra gli uomini più ricchi e potenti del pianeta, oggi conosciuti come filantropi, alla base di questa ideologia si annidano il deliro di onnipotenza, dovuto a un accumulo smisurato di ricchezza e potere, il rifiuto dei limiti umani, la pretesa di creare un nuovo uomo e l’anelito all’immortalità».

Nella prospettiva di un reale Grande Reset e di un mondo estremamente digitalizzato, come vivrebbero le generazioni future?
«
I giovani sono la fascia più a rischio di assimilare passivamente questo processo. A differenza della nostra generazione, che ha conosciuto l’avvento della rivoluzione digitale, non hanno vissuto un periodo pre-digitale, sono nati e cresciuti con il cellulare in mano, divenuto una sorta di appendice del proprio corpo. Il loro modo di interagire non può prescindere dal web, utilizzato come strumento ludico, relazionale, didattico e informativo: non conoscono altro mondo e non hanno termini di comparazione, per cui assorbono e introiettano tutte le innovazioni tecnologiche con estrema facilità. Occorre guardare con molta attenzione al Metaverso, il nuovo mondo virtuale lanciato dal magnate dei social network Mark Zuckerberg, che apre a un’esperienza immersiva e al rischio di uno sconfinamento della dimensione virtuale nel reale».

Rischiamo di non essere più umani? Cosa potremmo fare per evitarlo?
«Credo che lo stesso istinto di sopravvivenza dell’essere umano porti a un rigetto di una deriva transumanista, che, in ultima istanza, condurrebbe alla fine dell’umanità, sostituita da un’ibridazione uomo-macchina. In un contesto così complesso e in rapidissima evoluzione diviene fondamentale investire nella ricerca interiore e spirituale, attraverso lo sviluppo di una consapevolezza e di una coscienza critica che creino uno scudo capace di difenderci dai pericoli di una visione materialista e ipertecnologica dell’esistenza. Occorre riscoprire un rapporto più autentico con se stessi, con gli altri e con l’ambiente che ci circonda, impegnandoci quanto più possibile a disintossicarci e a emanciparci da Internet, a partire dalla quotidianità. Privilegiare il contatto con la natura, la lettura, il ragionamento critico, l’introspezione e tutte quelle attività che alimentano il "pensiero lento", consapevole, a discapito di quello "veloce", impulsivo ed eterodiretto. Investire di più nella nostra coscienza e conoscenza interiore e di meno in tecnologia e nelle comodità da essa offerte».


Approfondisci:
— LIBRI DI ILARIA BIFARINI ¬

I coloni dell'austerity. Africa, neoliberismo e migrazioni di massa (prefazione di Giulietto Chiesa), 2018.
Inganni economici. Quello che i bocconiani non vi dicono (falsi miti di una scienza sociale), 2019.
Il Grande Reset. Dalla pandemia alla nuova normalità, 2020.
Neoliberismo e manipolazione di massa. Storia di una bocconiana redenta (prefazione di Nino Galloni), 2021
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