Limpida Mente

ECONOMIA - Le interviste di LimpidaMente

Alcune domande a FRANCESCO CARLÀ

(24 agosto 2009)

Francesco Carlà è economista, docente universitario, editore, scrittore, giornalista e analista finanziario indipendente. Nel 1999 ha fondato Finanza World, una società di informazione finanziaria tra le più consultate sul web. Conduce trasmissioni televisive, scrive editoriali e ha curato rubriche su portali Internet, quotidiani e periodici, tra i quali "Yahoo! Italia", "SuperEva", "Il Corriere della sera", "La Gazzetta dello Sport", "Panorama", "L'Espresso", "Epoca", "Vanity Fair".

Francesco Carlà

 
Domanda: Professor Carlà, lei ha coniato l'espressione "finanza democratica". Cosa vuol dire esattamente?
Risposta:
«È il contrario della finanza barbara che da tanti anni è rappresentata dall'attività di certi operatori che hanno deluso le aspettative degli investitori e provocato perdite di capitale. La finanza democratica, invece, è quella messa in atto dai singoli investitori che si prendono cura direttamente del proprio denaro senza ricorrere ad intermediazioni inutili e costose».

Quali requisiti bisogna possedere per poterlo fare?
«Non occorre essere laureati in economia e scienze finanziarie. Basta saper fare dei semplici calcoli e tenersi informati presso chi è strutturalmente indipendente e non ha lo scopo di vendere alcun prodotto».

Un modo di investire "fai da te", dunque. Come si realizza in pratica?
«È un metodo adatto per chi conosce e sa usare Internet, quindi oggi praticamente alla portata di tutti. Si deve aprire un conto bancario on line e operare in modo oculato investendo soltanto in ciò che si conosce e soprattutto in ciò che si capisce. Per questo motivo è importante tenersi aggiornati sull'andamento dei mercati finanziari e sulle società quotate in borsa».

Occorre avere molto denaro per investire in azioni?
«Non importa quanto denaro si ha, l'importante è investire subito guardando al lungo termine, che non deve essere inferiore ai 3-5 anni. Altra regola è quella di non diversificare troppo né troppo poco: per un investitore intelligente il numero ideale di azioni è tra le 6 e le 12».

Tramite Internet è possibile investire direttamente a Wall Street?
«Avere una quota dei propri investimenti azionari a Wall Street è molto importante e oggi è semplice farlo, perché le banche on line permettono di comprare azioni sui maggiori listini della Borsa americana. Le commissioni sono molto basse, più meno come quelle sulla Borsa di Milano. Ovviamente le società quotate a New York sono varie migliaia e quindi per muoversi bene è utile disporre di informazioni indipendenti, come quelle fornite dal servizio Premium del mio sito finanzaword.it».

Quali errori si possono commettere nella scelta di un investimento?
«Una tendenza pericolosa è quella di comprare azioni senza badare al prezzo e ciò comporta che spesso si compra, inconsapevolmente, quando il prezzo è più alto. L'investitore intelligente cerca prezzi bassi e buone aziende. Per valutare se un prezzo è basso bisogna tener conto di diverse variabili, che possono essere reperite in rete su siti specializzati. Un'azienda buona, invece, è quella che io definisco un "vincitore", ossia una società che è leader nel suo settore, ha margini di profitto alti e in crescita, ha un management serio e consolidato e, oltre ad alcuni altri importanti fattori, ha ancora molto mercato da conquistare».

Una volta individuata una società su cui si vorrebbe investire, come si fa ad essere certi di avere fatto davvero una buona scelta?
«È importante andare sul sito della società e vedere come si presenta. Se una società non sa comunicare probabilmente non sa vendere e non sa fare tante altre cose. In tal caso è bene non fidarsi».

Si può investire mirando al profitto a breve termine?
«I veri investimenti sono quelli a medio e lungo termine. A mio parere chi guarda al breve termine è più uno speculatore o uno scommettitore che un investitore».

Le persone molto emotive o timorose dell'imprevisto dovrebbero rinunciare ad investire?
«La psicologia di una persona influisce notevolmente sulla scelta degli investimenti. L'investitore azionario deve essere preparato ad accettare la natura delle fluttuazioni in Borsa e costruirsi una maturità comportamentale che eviti reazioni emotive non razionali, come comprare in preda all'impulso o vendere in preda al panico».

Come si fa a diventare investitori intelligenti?
«Innanzitutto, per la mentalità dell'investitore, investire non è facoltativo ma è un'assoluta necessità. Deve inoltre essere paziente, attento, costante, avere un proprio metodo per investire e avere degli obiettivi reali e raggiungibili, perché operare in borsa non è mai un gioco».


Per concludere, quali sono le regole da seguire per un buon investimento?
«Basta seguire i miei 5 Principi della Finanza democratica, che riassumono i concetti già espressi nell'intervista: 1) Nessuno può curare il nostro denaro meglio di noi; 2) Imparare ad investire è molto semplice e non serve essere laureati in economia e scienze finanziarie. Basta essere correttamente informati da chi è Strutturalmente Indipendente e non deve vendervi nessun tipo di prodotti finanziari. Basta saper fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni, percentuali, e medie; 3) Grazie ad Internet, è facile e costa molto poco investire da soli e senza intermediari. È sufficiente aprire un conto bancario on line e le commissioni sono basse e alla portata di tutti gli investitori; 4) Investite solo in quello che capite e conoscete. 5) Non fidatevi di nessuno che vi proponga cose in contrasto con i punti 1, 2, 3 e 4».


Approfondisci:
— LIBRI DI FRANCESCO CARLÀ ¬

Space Invaders. La vera storia dei videogames. Castelvecchi, 1996.
Trading online. La guida. I principi della finanza democratica. Dal Nasdaq al nuovo mercato. Apogeo, 2000.
Simulmondo. La rivoluzione simulata: dai videogiochi alla finanza democratica. Apogeo, 2001.
Italia-Google. Alla ricerca dell'innovazione digitale. FAG, 2006.
La Finanza Democratica. La guida completa per diventare investitori intelligenti. Sonda, 2009.
Soldi & felicità. Questo libro vale 5 milioni di euro. Cooper, 2009.
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