CULTURE
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Le interviste di LimpidaMente
Risposta: «Devo prima di tutto precisare che la mia grande passione, fin da piccola, è sempre stata quella di leggere. Sono una gran divoratrice di libri. Amo spaziare, "assaggiare" un po' tutti i generi ma i trhiller e i romanzi storici sono sempre stati i miei libri preferiti. L'ambientazione medievale mi ha sempre affascinata perché questo periodo storico, definito sovente come "oscuro", in realtà getta le basi per un gran numero di scoperte e miglioramenti. Se poi aggiungiamo la mia passione per le regole e i codici d'onore, studiare e poi ambientare i miei racconti in quest'epoca è stato quasi automatico. Per quanto riguarda la fantasia, beh, quella l'ho sempre avuta, credo sia un dono, una cosa innata. Basta guardare una nuvola o un fiore o un passante distratto perché la mia mente crei già infinite trame possibili!». Il suo primo libro è "Il leone e la luna nera". Di cosa parla e a quale genere di lettori si rivolge? «È il mio romanzo d'esordio. L'ho cominciato quando ero poco più che ventenne, poi sono diventata mamma due volte e la vita quotidiana mi ha distratta per un bel po' di tempo ma quando l'ho ripreso in mano l'ho terminato in breve. È stata più che altro una sfida a me stessa. Narra di una storia d'amore scritta nel destino, di terribili delitti e di grandissimi atti di coraggio ed altruismo. Incita a non desistere mai e a seguire sempre il proprio cuore e i propri valori. Prima o poi la vita ripaga il bene fatto. Ci sono speranze e delusioni, personaggi buoni e cattivi e qualcuno un po' indeciso! L'ho scritto pensando alle donne come me, ma so che è stato letto anche da molti uomini a cui è pure piaciuto!». Il suo secondo romanzo, "Il Portatore", è rivolto invece ad un pubblico di lettori giovanissimi. Cosa l'ha indotta a scriverlo? «Sicuramente i miei figli! L'ho scritto e dedicato a loro. Come me amano leggere fin da piccoli e quindi ho trovato molto interessante la possibilità di scrivere qualcosa solo per loro. Per farli sicuramente ridere ma anche riflettere su quei valori che ritenevo necessario dover insegnare, come l'amicizia, il perdono, l'importanza delle proprie scelte, non solo per noi stessi ma anche per gli altri, la compassione e via dicendo. Questo romanzo è stato un percorso davvero divertente che mi è piaciuto molto intraprendere. Scrivere fantasy mi ha sempre attratto perché puoi inventare mondi e fatti altrimenti non immaginabili, creare regole tue ed avere infinite possibilità per la propria creatività!». Con il terzo libro, "Gli spettri del passato", ritorna all'ambientazione storica. Si tratta della continuazione del primo romanzo? «Devo fare una premessa, nel mio computer ho una cartella con decine di storie già abbozzate e ambientate nel medioevo. Tutte correlate fra loro. I protagonisti del primo mio romanzo "Il leone e la luna nera", Federico ed Isabella, sono i miei primi amori ma attorno a loro si muovono molti altri personaggi a cui sono altrettanto affezionata. Per ognuno di loro è pronta una storia. Quindi in questo romanzo l'ambientazione è la stessa e Federico ed Isabella compaiono ancora, ma non sono più i veri protagonisti della vicenda. Il romanzo vede interpreti altri due giovani, Guglielmo e Beatrice, a loro legati ma con la loro storia, i loro dolori e i loro fantasmi da affrontare. Solo riuscendo a parlare col cuore in mano a chi ci è vicino eviteremo tanti malintesi e sofferenze a noi e agli altri». Come sono stati accolti i suoi libri dai lettori? Quali riscontri ha ricevuto? «Per quanto riguarda "Il Portatore" ho avuto la gioia e l'onore di andare a presentarlo in molte scuole della mia zona. Scuole elementari dove i ragazzi con la loro curiosità e il loro entusiasmo mi hanno avvolta in una nuvola di piacevole orgoglio. Alcuni genitori mi hanno scritto che lo hanno letto assieme ai figli e che è piaciuto molto anche a loro. Sono del parere che i messaggi che uno scrittore vuole trasmettere con i suoi libri sono divisi in più livelli. Più adulto e attento è il lettore più andrà a fondo nella lettura ricavandone significati più importanti e riuscirà a leggere tra le righe o tra le battute scherzose il vero messaggio che c'è dietro. Gli altri due, i miei romanzi thriller-storici, hanno avuto un buon giudizio. È stato per l'entusiasmo con cui ho visto leggere "Il leone e la luna nera" che è nato "Gli spettri del passato". Racconto solo un piccolo aneddoto: mi capitò di vendere direttamente una copia del mio primo romanzo, presso una fiera medievale della mia città a cui partecipavo, ad una signora davvero molto scettica che non voleva prenderlo perché leggeva solo Ken Follet o Whilbur Smith e diceva che qualsiasi altro romanzo non avrebbe retto il confronto. A quelle parole ho voluto fare una scommessa con me stessa ma anche con lei. Le ho scritto il mio numero di cellulare sulla sua copia con la promessa che, se non le fosse piaciuto, mi avrebbe chiamata e le avrei rimborsato per intero il prezzo del libro. Pochi giorni dopo, ricordo ancora come fosse ora, ero a fare la spesa e mi suona il cellulare. Sul display c'è un numero che non conosco ma rispondo ugualmente. Era la signora in questione che, non solo aveva già finito di leggere il mio romanzo, ma mi ringraziava di cuore perché le era piaciuto tantissimo e d'ora in poi avrebbe letto altri autori. Sono piccole cose come questa che danno a qualsiasi autore la spinta per continuare a scrivere». Scrive molto? Ha in cantiere altre opere? «Come dicevo prima il mio è un cantiere di lavori in corso perenni! Ho una infinità di appunti cartacei e non. Però per ora niente di veramente importante da darmi la spinta a trasformare la storia da personale a pubblica. Credo che per scrivere un buon libro ci sia bisogno di aver qualcosa di importante da dire al mondo. Appena avrò trovato questo nuovo messaggio dentro di me sarà facile trasformarlo in racconto». Cosa direbbe a chi non la conosce per consigliare la lettura dei suoi libri? «A chi come me ama i colpi di scena, i delitti, la giustizia, l'amore, il destino, il coraggio ed odia i soprusi, la monotonia, le cattiverie, le ingiustizie... a chi crede che i propri sogni debbano essere difesi e rincorsi fino a raggiungerli e che gli ostacoli sulla nostra strada ci servano per diventare più forti e non per fermare la nostra corsa... beh, a loro consiglio di "entrare" nel mio mondo per un po' e non credo ne rimarranno delusi. Se poi crederanno che, come avviene nel mio romanzo "Il Portatore", anche i loro ragazzi possano ispirarsi ad un ragazzino creduto goffo e sfortunato che invece dimostra con la forza delle sue scelte che le cose possono essere cambiate con gentilezza, amore e compassione, che quello che ci rende grandi rispetto agli altri non è la nostra capacità di eccellere in qualcosa ma è il modo in cui noi decidiamo di usare quella capacità, quel potere, allora troveranno nel "Portatore" un potente alleato ed un compagno fidato per accompagnare i loro figli nel mondo di Magiantica che ho creato con la mia fantasia». |
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